Istruzioni

Istruzioni per capire

Si cominci dal presente. Ad esempio da un campo di grano che ancora non ha l’aspetto del grano, ma solo di erba sottile, verde come il verde quando è verde, luminosa come un vetro dipinto attraverso il quale può passar la luce. Oppure si cominci da un cielo pieno di nuvole gonfie che Dei, il tappeto sul quale poggiate i vostri piedi pensati è per me è il tetto. Il soffitto dipinto a tinte pastello nella stanza di un bambino che ha paura di addormentarsi.

Se non si vuole cominciare da oggi, si cominci da domani, il posto dove tutto potrebbe essere, tranne quel che non sarà. Se si soffre di nostalgia ci si fermi a ieri: il nido caldo in cui accatastare i ricordi, sprimacciandoli con le mani in forme nuove, per potersi sedere più comodi.

Si pensi, a questo punto, a un fatto. Un fatto che, o che è stato, o che sarà. Lo si pensi grande. Enorme. Così tanto più grande del nostro metro e settantatré che non lo riusciamo a vedere. Ne vediamo l’ombra che sottrae il sole a quel che guardiamo.

Se c’è l’ombra, si ragioni, ci sarà qualcosa che la produce. Quel che quel qualcosa sia, però, non è dato saperlo.

Si cominci a retrocedere, allora, come davanti a un’opera puntinista, fino a che i colori non saranno forme. Allora cominceremo a raccontare quel che vediamo, come grandi intenditori, grandi saggi.

Diremo: ecco, qui è cominciato tutto. Qui si vede come ha iniziato ad andare avanti. Vedete? Era già piantato il seme del futuro. Qui c’è stato il primo passo falso, qui il secondo. Qui si può dire che si sia agito bene, ma senz’altro per sola fortuna. Ed eccole, eccole qui, queste qui sotto: queste sono le conseguenze.

Non si sa ancora che quel che stiamo vedendo è, per il momento, solo l’ombra lunga che proietta l’angolo in basso.

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