Fatti

Rabbia. Miraggi.

Sono strisce e tagli, i marmi del pavimento di marmo alla veneziana, mentre li guardo. Arrabbiata. Lo vedo ora per la prima volta, quel pavimento che tante volte ha sopportato il peso dei miei passi.

La noia delle ore di rabbia, e il torcicollo per un’innaturale immobilità, e la fame per il lungo sciopero mi montano dentro come una spuma di mare sporco, colma di capelli e mucillagini. Graffia dietro gli occhi, quel rancore e ciò che mostra sono miraggi febbricitanti. Illusioni tremolanti, fatte d’acqua o brucianti di fuoco (la ricordi, vero, l’aria rovente farsi densa e vibrare come gelatina dietro un falò di stoppie?).

Alcuni dei blocchi di marmo che compongono le mattonelle sembrano pezzi di carne. Tagli di manzo che va ossidandosi, i tessuti che scuriscono aggrediti dall’ossigeno impietoso. Lenzuoli di pancetta bordati di un pizzo di grasso candido. Grumi rappresi su un piatto di portata, sordi al tintinnare delle posate e al chiacchiericcio sazio dei commensali. Pavimento freddo per freddi piedi.

Alzo gli occhi e fuori dalla finestra vedo una casa che sembra la mia.

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