Istruzioni

Istruzioni per iniziare a fare una rivoluzione

Per fare una rivoluzione può essere utile uno spunto. Si può cominciare andando ad assistere a una conferenza.
Fuori potrebbe condensarsi una bruma greve, dopo la pioggia. Nell’ingresso della sala conferenze potrebbe essere esposta una scimmia impagliata. Ma forse no. Nell’aria potrebbe esserci un leggero odore di capelli umidi e cera per pavimenti, e quell’aroma elettronico che si sente se si appoggia il naso alla parte del microfono in cui si parla. Ma forse no.

Il relatore potrebbe essere un filosofo e quel filosofo potrebbe parlare di altri filosofi. Ad esempio Georges Bataille. Parlando potrebbe dire, quasi per caso, che Bataille nella sua vita ha lavorato tutto sommato poco. Si riferirebbe, naturalemnte, ad un lavoro “tradizionale”, non al pensare e allo scrivere ciò che s’è pensato.

Potrebbe succedere, allora, che l’uditorio, fino ad allora silente, cominci a rumoreggiare. Ridacchiare, anche.

A questo punto si potrebbe pensare che se riteniamo di poterci sentire in qualche modo superiori a Bataille, o a chiunque altro, solo perché abbiamo vinto nella gara a chi lavora di più, vuol dire che è davvero urgente provare a scrollarsi di dosso l’idea che dallo spaccarsi la schiena derivi una qualche superiorità morale. Un maggior peso nel mondo.

Si potrebbe capire che il nostro peso è quello d’ali di mosca. Solo, ogni tanto, catturano la luce del sole e ci facciamo un arcobaleno.

Questo potrebbe essere l’inizio di una rivoluzione.

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