
Ascoltare la musica non è una cosa semplice. Perciò non è consigliabile cominciare ad ascoltare la musica partendo dalla musica. Si dovrebbe cominciare, invece, suonando.
Suonando le foglie morte con i piedi, il tamburo con i ventricoli. Il mare: schiaffeggiandone le onde con i palmi, oppure mettendo una mano a conca su un orecchio. Si può suonare il proprio corpo prendendo una ciocca di capelli e tagliandoli con le forbici: cric cric cric, come uno sfregare di sabbie calde, o ancora strofinando i pensieri con i polpastrelli, attraverso le tempie.
Si può suonare in silenzio. Come un pesce volante, nuotare fuor d’acqua. A pelo di cielo, scodazzare l’assurdo con ali di pinna. Camminare passi che non passi. Non passi. Passerai. Lasciare che il mondo ferisca, che ti incida il suo scorrere addosso come iniziali sulla corteccia del vecchio pioppo, al parco.
Si può anche suonare una poesia: basta tenerne una piegata in quattro nella tasca dietro dei pantaloni. Ad ogni passo saranno i versi a crepitare piano le loro rime nel mattino freddo di dicembre.
A questo punto, se ne fosse rimasta la voglia, si potrebbe passare alla musica.