
Se non fossi me,
sarei pesce rosso.
Roteare di spirali in vetro liscio.
Nessuna inutile zigrinatura,
sfericità di lampadina.
Pronte dimenticanze.
Nuovi ricordi.
Pronte dimenticanze.
Sarei uovo di quaglia,
scorza fragile di contenuti irruenti.
Argini sottili e calcaree trasparenze,
perfettamente imperfette,
create per fallire,
per infrangersi in scaglie
nel nascere della vita.
Se non fossi me,
sarei un lenzuolo di lino
steso ad asciugare
In una giornata di vento.
Croccare di detersivo rappreso al sole,
battito d’ali sfrontate di invisibili geometrie.
Fibre inconsapevoli.
Tela bianca, vela di nave pirata
o velo da sposa,
se girato una volta intorno a una testa bambina.
O bersaglio scodinzolante
per merde di piccione
in inesorabile caduta libera.